Qualche anno fa, ad una conferenza sull’adolescenza, ho avuto la fortuna di ascoltare le parole di Philippe Jeammet, psichiatra e psicoanalista francese. Nel suo discorso ha parlato a lungo di cosa capiti agli...
Leggi NewsMi prendo cura di adulti, adolescenti e genitori.
Nasco come psicoterapeuta, a Torino, nel 2009, dopo la laurea in Psicologia Clinica nel 2003 e la Scuola di Specializzazione di quattro anni.
I primi passi però li muovo sul terreno dell'educazione e del sociale, alla fine degli anni novanta.
Lavorando ho condiviso la panchina e la strada con gli adolescenti; le mura, talvolta troppo spesse, talvolta troppo esili, delle comunità per tossicodipendenti; la casa, la spesa, le sigarette, la solitudine del malato psichiatrico.
Anni di studio, la mia terapia personale e un lungo percorso formativo di tirocinio hanno reso più mature e consapevoli alcune mie attitudini e sensibilità.
Lo sguardo attraverso il quale entro in contatto con il mondo e con le persone deriva dalle esperienze vissute fuori dalla stanza di psicoterapia.
Ancora oggi mi piace conoscere il fuori per comprendere il dentro: l'essere umano è complesso quando è da solo nella sua intimità, e inventa forme complesse quando cerca di aggregarsi, in coppia, in gruppi e nella società.
Negli anni ho maturato esperienze in Tribunale, come Giudice Esperto nella sezione Minori, nell'associazione APRAGI come socio e membro del direttivo, nel CISA, il Consorzio Socio Assistenziale di Rivoli, Rosta, Villarbasse, come membro del Consiglio di Amministrazione.
Il mio approccio in psicoterapia
Ho una formazione psicodinamica, per la quale l'attenzione è sulle dinamiche interne, e spesso non evidenti, che contribuiscono a guidare la vita in una direzione piuttosto che in un'altra. Portarle gradualmente alla coscienza e rielaborarle, può sollecitare un cambiamento positivo per la vita quotidiana.
Al tempo stesso il punto di vista gruppoanalitico pone in primo piano le relazioni che ci costituiscono in quanto persone e l'appartenenza ai gruppi (familiare, sociale, lavorativo...); l'incontro con gli altri segna profondamente quello che possiamo chiamare "mondo interno", cioè quel luogo tutto psicologico in cui prendono forma pensieri e emozioni a volte anche contrastanti.
Quello che siamo è un'intricata rete, che incrocia in modo complesso le relazioni con il mondo esterno e le dinamiche del nostro mondo interno.
L'obiettivo della cura è trovare, o ritrovare, l’autenticità in una relazione tra "mondi” che è vissuta non solo come complicata ma che, in qualche modo, ci fa male.